Covid


Invece di fare qualcosa ci siamo accaniti a spiegare che il cigno non era nero e che non bisognava più essere resilienti ma antifragili. Nel dubbio il cigno nero lo abbiamo messo in varechina e ai rinoceronti grigi abbiamo tagliato il corno, che abbiamo poi colorato d’arcobaleno per incollarlo sulla fronte di Furia cavallo del west, per giustificare che un unicorno con il manto nero più nero che c’è non s’era mai visto prima. In una società dove ormai l’apologia del fallimento è insieme frutto e causa di una incompetenza diffusa (in un vortice che si autoalimenta), manifestiamo per la perdita del nostro lavoro in nero, facendo live streaming dai nostri smartphone da milleeuro acquistati con la disoccupazione. In mancanza di mondiali di calcio per vestire i nostri panni di allenatori da tastiera, ci siamo laureati in virologia all’università di Facebook.

Una cosa questo virus ha dimostrato: l’Italia non è peggiore di tante altre nazioni (perché laGGente dice "eh perché all’estero" senza aver messo mai il naso fuori dalla porta di casa).

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